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Intervista ad Alfredo Maddaluno | Re:cover
Alfredo Maddaluno
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Alfredo Maddaluno – Immagine 1
Come hai conosciuto Colapesce? Come sei stato incluso nel progetto?
Ho conosciuto Lorenzo anni fa in Sicilia, quando ancora suonava negli Albanopower. Io ero batterista-tastierista degli Atari e dividevamo il palco in una serata organizzata da un amico in comune.
Per un po’ di anni ci perdemmo di vista finchè nel 2014 Lorenzo mi chiamò per registrare le batterie di Egomostro. Ero felice di rivederlo e di prendere parte al progetto lavorando tra l’altro insieme a Mario Conte, co-produttore del disco, mio caro amico e compagno di palco in altre occasioni.
Quindi in realtà hai cominciato a lavorare su Egomostro da musicista. Il lavoro sull’artwork quando è venuto?
Conoscendo il mio lavoro come graphic designer / art director, Lorenzo mi chiese sin da subito di buttare giù delle idee sull’artwork ma al momento non credo di aver prodotto niente di interessante. Eravamo ancora troppo impegnati con le prove e le registrazioni in studio e non riuscivo a guardare il progetto con il dovuto distacco perché ne ero coinvolto fin troppo musicalmente. Infatti, così come il disco, anche l’artwork ha avuto una lunga gestazione. D’altra parte in questi mesi di produzione ho avuto modo di conoscere meglio Lorenzo, di approfondire il suo pensiero ed entrare in contatto con il suo “Egomostro”.
Quale definizione si può dare di questo neologismo? Come è venuto fuori?
Per un anno abbiamo condiviso un appartamento a Milano, guardando film, ascoltando musica, mangiando cose orribili e discutendo a lungo sul concept del disco e sulle molteplici possibilità di declinare visivamente questo neologismo che Colapesce ha coniato giocando con le parole “eco” ed “ego”. Se l’ecomostro è uno scempio architettonico che deturpa il paesaggio, l’Egomostro è per Colapesce “una brutta costruzione all’interno dell’anima.”
Una brutta costruzione che in qualche modo doveva essere espressa dalla copertina.
Dopo aver vagliato e scartato delle idee inutilmente criptiche e concettuali ho pensato che bisognava tradurre visivamente quella stessa urgenza dell’ego raccontata nel disco e non credevo potesse esserci altro modo se non quello di sbattere il mostro stesso in prima pagina.
Da questa necessità di far emergere il mostro in modo evidente e con pochi filtri come sei arrivato alla statua dell’artista stesso?
Alfredo Maddaluno – Immagine 1
Non mi erano ancora chiarissime le modalità con cui ritrarre Lorenzo ma da giorni mi tornavano in mente le opere di Duane Hanson, lo scultore iperrealista americano. Nonostante non ami l’iperrealismo come tecnica manieristica di riproduzione della realtà, mi ha sempre affascinato la goffaggine della gente comune che ritraeva e il manifestarsi della loro ingenua autenticità.
Alfredo Maddaluno – Immagine 2
Alfredo Maddaluno – Immagine 3
C’è anche un altro legame con l’iperrealismo, molto più ironico, che è quello de “Le vacanze intelligenti”, un brano del disco ispirato all’omonimo episodio del film “Dove vai in vacanza?” in cui Alberto Sordi, in visita alla Biennale di Venezia, lascia la moglie a riposare su una sedia sotto una palma all’interno di un padiglione e quando lei si addormenta immobile, i visitatori la credono parte integrante dell’opera d’arte.
E come è stata realizzata?
Quando sono venuto a conoscenza del fatto che con una stampante 3d chiunque può riprodurre se stesso spendendo poche centinaia di euro ho immediatamente realizzato che avrei dovuto intercettare questa “deriva” proponendo a Lorenzo di realizzare il suo “mini-me” da mettere in copertina. Questa pratica ossessiva di autoritrarsi senza che sia più necessario l’intervento di un artista, mi ha riportato alla mente “L’opera d’arte nell’epoca della sua riproducibilità tecnica” di Walter Benjamin che ho riletto con piacere.
Di questa nevrosi contemporanea ne sono pieni i testi del disco, e il fatto che Colapesce non ne condanni mai l’esistenza, anzi al contrario, si mette in gioco in prima linea, mi ha convinto a procedere in quella direzione. Tuttavia prima di convincere Lorenzo a farsi scansionare in 3d ce n’è voluto di tempo.
Perchè?
Non sembrava particolarmente esaltato e credo avesse anche un po’ paura di metterci la faccia. Lorenzo è riservato proprio come i fan lo conoscono e non è uno che canta a squarcia gola le sue idee, quindi avevo previsto che ci avrebbe messo tempo a metabolizzare l’idea.
Conoscendolo meglio ho capito che non è uno dai facili entusiasmi, ha sempre mille riserve, ma credo anche che questo atteggiamento lo porti a fare delle scelte oculate e a non tralasciare alcun dettaglio nella produzione di un disco.
Così dopo averlo “trascinato” in uno studio specializzato in stampa 3d è stata scansionata la sua figura a tuttotondo per poi realizzare una statuina a sua immagine e somiglianza, in scala.
Alla fine sei riuscito a convincerlo e sembra davvero la scelta giusta! Puoi dirci qualcosa sulla fotografia? E di quel rosa?
Ho coinvolto Fabrizio Vatieri, un amico fotografo di vecchia data, per lo scatto in still-life della statuina. A dire il vero è stata proprio sua l’idea di utilizzare il rosa come colore di background. È un colore dalla forza evocativa pazzesca.
Alfredo Maddaluno – Immagine 4
È pop, kitsch, patinato, è “Three Imaginary Boys” e Jeff Koons.
Ed è soprattutto l’elemento che racconta l’anima più sintetica e glitterata dell’album. Credo fermamente che l’intuizione cromatica di Fabrizio, oltre al suo scatto, facciano il buon 50% della riuscita di questa copertina.
La verità è ad un primo impatto non abbiamo pensato subito alla fotografia di una statuina stampata in 3d. Il messaggio è forte e chiaro, il sé sul piedistallo.
Sono contento di parlarne potendo approfondire i dettagli della realizzazione perché molti credono che sia stata frutto di Photoshop. In verità credo proprio che la forza di quest’artwork sia nell’operazione in sé oltre che nel risultato finale. Con il senno di poi mi piace sempre più il fatto che l’artista appaia in copertina senza esserci. Quello che si vede è senza dubbio lui, ma quello che realmente c’è è un surrogato di sé.
Alfredo Maddaluno – Immagine 5
La cosa che ci ha reso molto felici è che adesso la statuina è custodita gelosamente dalla madre di Lorenzo, presumo insieme ad altri gingilli di casa in una vetrina. E se è piaciuto anche a lei credo di aver colto nel segno!
  • ALFREDO MADDALUNO
    Colapesce / Egomostro

    a cura di Matteo Crespi e Alessandra De Isabella – 13/06/2016
    Il progettista

    Alfredo Maddaluno ha frequentato l’Accedemia delle Belle Arti di Napoli, completando un master in Graphic e Web Design.
    È stato turnista di Meg (batteria), Colapesce (batteria), Fitness Forever (sintetizzatori) e attualmente fa parte del duo YOMBE di cui cura anche l’immagine e i videoclip.
    Vive a Napoli.

    L’artista e l’album

    Lorenzo Urciullo è nato il 6 settembre 1983 a Solarino, in provincia di Siracusa.
    Cantautore siciliano, già leader degli Albanopower e poi parte del progetto Santiago con Alessandro Raina (Amor Fou), nel 2010 dà il via al progetto solista Colapesce.
    Il primo disco si intitola Un meraviglioso declino, uscito il 27 gennaio 2012 per 42Records.
    Il 4 febbraio 2015 è la volta di Egomostro, concepito e scritto durante un tour di più di tre anni per l’Italia.